Il Milite Ignoto: perché ricordarlo?

Coraggio, sentimento nazionale e spirito di sacrificio. Questi i valori emblematici legati alla figura del Milite Ignoto, di cui festeggeremo il centenario della sua traslazione da Aquileia all’Altare della Patria di Roma il prossimo 4 novembre.  La ricorrenza, come spiegato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il suo discorso di fine anno del 2020, fa parte delle “tappe delle nostra storia, anniversari che raccontano il cammino che ci ha condotto ad un’unità che non è soltanto di territorio” e, per questa ragione, anche il Parco Esposizioni Novegro ha deciso di unirsi alle celebrazioni.  

Il 30 ottobre, infatti, la fiera di Militalia, dedicata alla cultura militare, ha dato spazio alla conferenza di approfondimento “Il Milite Ignoto: da Aquileia all’altare della patria”, curato dallo storico Marco Cimmino, un momento di assoluta importanza per cogliere appieno il significato di questo anniversario.

A distanza di cento anni che cosa ci ha lasciato il Milite Ignoto? Perché gli italiani continuano a rimanere colpiti dalla sua storia e perché quest’ultima deve essere tramandata anche alle generazioni più giovani? Le risposte a queste domande sono molteplici e possono essere ritrovate ripercorrendo tutte le vicende che hanno portato alla sepoltura del soldato presso il Vittoriano. Una cosa è certa: senza il sacrificio dei tanti militi, ignoti e non, che hanno dato la loro vita durante la Prima Guerra Mondiale non potremmo vivere nel clima di libertà e democrazia dei giorni nostri.

L’Altare della Patria e piazza Venezia gremite di gente

La storia in breve

L’idea di onorare i Caduti della Grande Guerra tramite una salma di un militare sconosciuto, in particolare, fu adottata  per la prima volta da inglesi e francesi ma solo lo Stivale diede ad essa una connotazione così importante. Nel 1920 il colonnello Giulio Douhet, in tal senso,  rese l’Italia il Paese pioniere nella sacralizzazione laica della figura del militare scomparso, un approccio che non è mai stato condiviso completamente dalle altre nazioni europee e dagli Stati Uniti. 

Dopo un apposito provvedimento da parte del Ministero della Guerra, venne istituita una commissione speciale incaricata di individuare le salme di 11 soldati morti al fronte privi di tratti che potessero renderli riconoscibili.  La ricerca iniziò il 3 ottobre 1921 e, dopo un’accurata ispezione di diverse località del fronte italiano (tra cui Rovereto, Monte Grappa, Conegliano, Castagnevizza e Monte Ermada), vennero trovati gli undici corpi. Questi ultimi, inseriti in bare identiche per forme e dimensioni, furono riuniti nella basilica di Aquileia il 28 ottobre e, successivamente, la salma del Milite Ignoto fu scelta da Maria Bergamas che, secondo la commissione, era il profilo perfetto per essere la “mamma spirituale del Milite Ignoto”. La donna non era l’unica candidata a ricoprire il ruolo: tra le altre madri partecipanti, infatti, c’era anche una signora facente parte della nobiltà, che fu scartata affinché il soldato potesse  effettivamente essere considerato un “figlio del popolo”. 

Maria Bergamas

Il figlio della Bergamas, Antonio, fu disertore dell’esercito austriaco ed entrò a far parte di quello italiano prima di perdere la vita in combattimento il 18 giugno 1916. Il cimitero in cui fu sepolto venne bombardato e il cadavere del giovane fu quindi reso irriconoscibile. La sua natura di soldato proveniente dalle terre irredente (nello specifico, Trieste) costituiva un ulteriore punto a favore della scelta di Maria Bergamas: il rischio di morte per un militare che decideva di passare dalla parte degli avversari era ancora più grande rispetto a quello degli altri. 

Maria Bergamas designò la salma del soldato durante un rito solenne svoltosi presso la basilica di Aquileia e, in seguito, la sua bara fu caricata su un treno che, prima di arrivare alla stazione di Roma Termini, effettuò circa 120 fermate in stazioni grandi e piccole di tutto lo Stivale. La mattina del 4 novembre 1921 la più grande manifestazione patriottica del giovane stato italiano raggiunse il culmine con la cerimonia di trasferimento del Milite Ignoto presso l’Altare della Patria: decine di migliaia di persone, tutte le autorità religiose e governative e tutti i corpi delle Forze dell’Ordine presero parte al corteo partito da Piazza dell’Esedra e assistettero con grande raccoglimento ed emozione alla tumulazione della salma sotto la statua della Dea Roma. Ancora oggi, in occasione di diversi eventi istituzionali, il Presidente della Repubblica è solito omaggiare il Milite Ignoto onorandone il ricordo.

Onore alla salma del milite ignoto

E se voi foste stati il Milite Ignoto?

Le vicende legate al giovane soldato sconosciuto dovrebbero spingere tutti, a prescindere dalla fascia d’età a cui si appartiene, a riflettere sul significato profondo intrinseco al suo profilo. Immaginate di avere 18, massimo 20 anni e, da un giorno all’altro, essere chiamati al fronte per il conflitto bellico più grande mai esistito (almeno per l’epoca). Immaginate di lasciare il paese di origine, la famiglia e il lavoro senza avere la certezza che un giorno si potranno riabbracciare amici e parenti. Immaginate la vita in trincea, le privazioni fisiche, i traumi psicologici e le ferite. Immaginate di morire crivellati dai colpi di una mitragliatrice o rimanendo impigliati nel filo spinato durante un assalto di pochi minuti. Tutto questo è stato affrontato dagli uomini che hanno preso parte alla prima guerra mondiale in Italia. Voi sareste stati in grado di farlo?

Queste persone non hanno però perso la vita invano e la loro storia può esserci di grande aiuto: può essere una medicina che, se utilizzata correttamente, ci insegna a non commettere gli stessi errori che hanno caratterizzato i secoli passati. Con l’istituzione del Milite Ignoto  gli italiani danno ancora più valore a questo concetto e, per questo, ogni anno continuiamo a dedicare alla sua figura diversi momenti di raccoglimento e di approfondimento.

Gli italiani si inginocchiano al passaggio del Milite-Ignoto

Un esempio per le generazioni più giovani

L’excursus storico analizzato in precedenza fa emergere diversi aspetti. Questi ultimi, come spiegato dal presidente del Parco Esposizioni Novegro, l’Architetto Gabriele Pagliuzzi, sono rappresentati dal “coraggio del piccolo fante, umile ma pronto al sacrificio. La sua figura è estremamente immaginifica e la Repubblica italiana riconosce la sua condizione di figlio del popolo. Pochi altri personaggi sono riusciti a far rinascere il sentimento nazionale quanto il Milite Ignoto

Tomba anonima dedicata al Milite Ignoto – Cimitero di Verona

Tale sentimento nazionale deve continuare a essere trasmesso anche ai ragazzi, che possono trarne delle lezioni preziose. Ad esserne convinto è il Generale Gualtiero Mario De Cicco (responsabile del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti) che, in un’intervista rilasciata a liberoquotidiano.it, ha voluto riflettere sull’importanza di onorare gli uomini che si sono sacrificati per il Paese durante la Grande Guerra. “Nell’ambito dei nostri compiti, alimentare il culto della memoria, ovvero tenere sempre vivo il ricordo di tutti i nostri Caduti, che hanno contribuito con il loro sacrificio a costruire l’unità nazionale della nostra Patria e a difenderne i propri valori, è certamente missione di altissimo valore etico e morale – ha spiegato De Cicco –  Voglio ben sottolineare che il culto della memoria, ovvero il doveroso ricordo e tributo d’onore ai Caduti, non implica assolutamente l’esaltazione della guerra, le cui dolorose conseguenze di lutti e distruzioni devono sempre fare da monito a tutte le giovani generazioni affinché non si ripetano gli errori del passato”.  Il militare ha poi invitato gli adulti a portare i ragazzi in visita ai sacrari militari presenti in tutta la Penisola, definiti “testimonianze vive e perenni dei sacrifici e degli sforzi fatti dalle generazioni precedenti per consentirci di vivere nel clima di libertà, democrazia e benessere di cui possiamo godere oggi”.