4 COLONNE SONORE CHE HANNO VINTO UN OSCAR

Che cosa sarebbe un film senza una colonna sonora adeguata?

Sicuramente una pellicola che perderebbe gran parte della sua potenziale capacità di emozionare lo spettatore e della sua efficacia nel raccontare la storia che propone al pubblico.

Tutti noi, infatti, ricordiamo meglio un lungometraggio anche grazie alla musica di sottofondo e spesso, se il compositore ha fatto un buon lavoro, ci basta sentire le prime note di un brano per rivivere istantaneamente delle determinate scene.

Il premio Oscar, normalmente, viene quindi assegnato a quelle Original Soundtrack che sono in grado di evocare immediatamente nella mente dello spettatore i tratti salienti di un film.

Con queste premesse, oggi vogliamo riscoprire 4 colonne sonore che hanno vinto un Academy Award per aver innalzato ancora di più la (già alta) qualità delle loro pellicole di riferimento.

Lo squalo (1975) – John Williams

Credits: www.discogs.com

Chiunque conosce il “Main Title” di “Lo squalo”, anche chi non ha mai visto il film. Perché?

La colonna sonora di John Williams, la cui versione integrale ha una durata totale di 51 minuti, si fa portavoce di differenti mood per adattarsi alle diverse sequenze della pellicola. La sensazione che si avverte maggiormente, tuttavia, è quella dell’inquietudine e del pericolo imminente, resa in maniera magistrale dal tema principale: l’alternanza del mi e del fa, eseguita tramite una tuba per risultare più minacciosa, è una sorta di leit-motif di tutta l’opera e si può sentire anche anche in altri brani della soundtrack. Insomma, sembra davvero che uno squalo stia per attaccare da un momento all’altro anche lo spettatore.

Tuttavia, come già detto, l’ansia e la tensione (percepibile in brani come il “Main Title”, “The First Victim” e “Ben Gardner’s Boat”) non sono le uniche emozioni che si possono ascoltare nella colonna sonora: nella parte centrale di “Man Against Beast”, per esempio, la paura lascia spazio al coraggio di affrontare il pericolo e “Out To Sea” e gli “End Titles” esprimono ottimismo e meraviglia.

Il regista del film Steven Spielberg, in un primo momento, era molto scettico sul “Main title” ma, con il tempo, ha riconosciuto l’enorme ruolo della musica in “Lo squalo”.

Star Wars (1977) – John Williams

Credits: www.discogs.com

Questa colonna sonora non ha bisogno di grandi presentazioni: per l’ascoltatore sono sufficienti i primi due secondi del “Main Title” per sentirsi parte di un’epica storia di battaglie galattiche.

Anche questa soundtrack, come quella di “Lo squalo”, è stata affidata a John Williams, che non ha certo deluso le aspettative del cineasta George Lucas. Chi ha visto il film anche solo una volta, infatti, non avrà alcuna difficoltà a ricordarsi a memoria la maggior parte dei brani, in grado di emozionare ancora a più di 45 anni dall’uscita del film nelle sale.

La pellicola, nonostante parli di conflitti galattici interplanetari, ha un messaggio ottimista: in mezzo a tutte le avversità c’è sempre spazio per la speranza (non a caso il suo sottotitolo è “A New Hope”) e questo atteggiamento si riflette anche nella musica, che assume spesso toni solenni ed epici.

Che dire? Non ci stancheremo mai di ascoltare “Imperial Attack”, “The Dune Sea Of Tatooine”, “The Throne Room” e tanti altri grandi classici targati Williams.

Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello (2001) – Howard Shore

Credits: www.discogs.com

La saga del Signore degli Anelli è un viaggio in un enorme universo ricchissimo di tante cose diverse: creature fantastiche, luoghi immaginari utopici e distopici, battaglie epiche, riferimenti biblici, esseri malvagi, luce, oscurità e molto altro.

Questa ricchezza tolkieniana si può ascoltare anche nella colonna sonora di “La Compagnia dell’Anello” di Howard Shore, che si è aggiudicato l’Oscar anche per la soundtrack di “Il Ritorno del Re” (2003).

Per parlare della grande varietà della colonna sonora è bene prendere come esempio alcuni dei brani più famosi: “The Prophecy”, che apre la pellicola, ha un’aura quasi sacrale e annuncia allo spettatore che sta per accadere qualcosa che sconvolgerà il mondo; “Concerning Hobbits”, noto anche come il “tema della Contea”, è un pezzo estremamente delicato, idilliaco e sognante, che ci porta direttamente nelle piccola casa di Bilbo Baggins immersa nel verde; “The Black Rider” inizia con un mood allegro e, nella seconda metà, sembra fare riferimento a un’incombente minaccia (come i Nazgûl); “The Bridge of Khazad Dum”, infine, è diventato a tutti gli effetti il main theme della trilogia cinematografica e ha fatto da sfondo a scontri come quello tra la Compagnia e il Balrog nelle miniere di Moria.

In breve, un monumento musicale.

Joker (2019) – Hildur Guðnadóttir

Credits: www.discogs.com

Oscurità, malinconia, tristezza e pessimismo.

Basterebbero queste parole per riassumere la colonna sonora di “Joker”, scritta dalla violoncellista islandese Hildur Guðnadóttir.

Il processo compositivo è stato piuttosto spontaneo: il regista del film Todd Phillips, in particolare, ha chiesto alla musicista di leggere il copione della pellicola e di basarsi esclusivamente su quello per scrivere i brani.

Il risultato è stato incredibile: i pezzi, molto minimali e tetri, raccontano alla perfezione la triste storia di Arthur Fleck e della sua emarginazione dalla società. La musica, nella maggior parte dei casi, mette in primo piano gli strumenti ad arco con un’orchestrazione che è tutto fuorché magniloquente (come nel caso di “Hoyt’s Office”, “Defeated Clown” e “Looking for Answers”). Ci sono però anche dei momenti di tensione, come “Escape from the Train”.

Il tema più memorabile rimane però “Bathroom Dance”: la melanconia del violoncello accompagna perfettamente la scena di Arthur che, dopo aver toccato ancora di più il fondo, si abbandona a una danza solitaria all’interno di un bagno pubblico.

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