Il 28 ottobre del 1921, esattamente cento anni fa, Maria Bergamas, una semplice donna del popolo scelta dalla commissione incaricata di designare quale madre dovesse divenire “mamma spirituale del Milite Ignoto”, fu accompagnata dalle massime autorità militari del tempo, capeggiate da Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d’Aosta, Comandante della invitta 3.a Armata, nella Basilica di Aquileia per scegliere tra le undici bare allineate di soldati sconosciuti quello che sarebbe stato il Milite Ignoto d’Italia. Maria Bergamas era originaria di Trieste redenta, dove nacque il suo unico figlio Antonio che disertò l’esercito austriaco per combattere sotto la bandiera italiana fino al sacrificio sul campo. Il suo corpo però non fu possibile identificarlo: era divenuto uno dei tanti soldati senza nome che avevano immolato la propria vita per la Patria.
Erano trascorsi tre anni dalla fine vittoriosa della guerra ma il periodo relativamente breve non è sufficiente a spiegare l’enorme, commossa partecipazione di tutta Italia al passaggio del treno funebre che da Aquileia attraversò tre quarti del nostro Paese per arrivare a Roma dove il Milite Ignoto sarebbe stato tumulato nel sacello dell’Altare della Patria.
Fu un concorso di popolo incredibile. Ad ogni stazione il convoglio ferroviario veniva accolto da una folla compunta e silenziosa che inondava di fiori il feretro.Ad un secolo da quell’evento che ha rappresentato un fatto unico di concordia e fierezza nazionale, Militalia intende rievocarne i fasti pensando all’Italia di oggi e a quanto necessiti di un nuovo moto di unione e consapevole fiducia nel futuro dopo le dure prove affrontate da più di un anno per la perniciosa pandemia che ha colpito il mondo.La rievocazione del Milite Ignoto sarà illustrata da immagini ed uniformi d’epoca insieme a incontri e approfondimenti sulla conclusione del 1.a guerra mondiale che a ben ragione è considerata l’ultimo conflitto del nostro Risorgimento.
Motivazione della Medaglia d’Oro conferita da S.M. Vittorio Emanuele III al Milite Ignoto.“Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della Patria. 24 maggio 1915 – 4 novembre 1918”