Benelli e Motobi storiche a Novegro
La 85a edizione della Mostra Scambio invernale, che si svolge dal 16 al 18 febbraio al Parco Esposizioni Novegro, avrà come ospiti d’eccezione sedici tra le più belle motociclette Benelli e Motobi, in una esclusiva mostra tematica.
Fine settimana dedicato agli amanti delle due ruote, motorizzate e non, quello che si svolgerà al Parco Esposizioni Novegro, alle porte di Milano, dal 16 al 18 febbraio 2024.
La 85a edizione della Mostra Scambio di auto e moto d’epoca ha come attrazione principale una ricchissima esposizione di motociclette e scooter Benelli e Motobi. Una sorta di filo conduttore legato all’Italia, dagli albori della produzione motoristica fino ai tempi più moderni.
Il tappeto rosso della manifestazione, questa volta, sarà tutto per le motociclette e gli scooter costruiti nel Belpaese. Un richiamo che condurrà i visitatori lungo un percorso che, dagli inizi della produzione, ha raggiunto negli ultimi anni del secolo scorso modelli legati indissolubilmente all’industrializzazione italiana e, nella fattispecie, alla motorizzazione su due ruote.
In fiera non mancheranno modelli che hanno fatto la storia del motociclismo dello Stivale. Lungo il percorso storico, in particolare, si potranno ammirare: Benelli 750 Sei Cilindri del 1975, Benelli Tornado 650 S2 del 1973, Benelli Trial 50 del 1968, Motobi 250 Sport Special del 1969, Benelli 124 del 1983, Benelli 254 del 1979, Benelli 250 Monotubo modello Zanzani del 1938, Motobi Sei Tiranti del 1967, Benelli 4 cilindri GP 350 cc ex Saarinen, Benelli REC 250 TT3 ex Burlando telaio Bimota, Benelli 50 Cross, Benelli 900 Sei del 1982, Benelli 654 Sport del 1982 ecc.
Un tributo alla produzione motociclistica italiana, che è stata fra le più fulgide della nostra storia industriale e che tanto ha contribuito sia alla motorizzazione di massa sia a fare entrare nell’olimpo dello sport motoristico tanti campioni mai dimenticati.
La Mostra Scambio di auto, moto, ciclo, ricambi e accessori d’epoca, con la sua vivacità e il calore della sua spontaneità, avvicina il pubblico non solo all’ammirazione di esemplari conservati in ogni dettaglio ma anche alla possibilità di intervenire nel restauro e nel recupero di motociclette, biciclette, auto e automezzi da lavoro, che costituiscono testimonianze importanti della nostra storia industriale.
Benelli: i punti salienti della sua storia
Azienda italiana nata nel 1911 dalla volontà di Teresa Boni Benelli, vedova da 4 anni, di dare ai propri sei figli un futuro su cui poter contare. Alla morte del marito, la situazione era tale da poter credere che l’azienda agraria di famiglia non avrebbe potuto essere il futuro del nucleo familiare e quindi Teresa decise di vendere la gran parte dei terreni e di investire in macchine utensili (il periodo era perfetto e lo permetteva). I figli erano, infatti, molto più interessati alla meccanica e trovarono in questa un perfetto campo di applicazione delle loro attitudini.
È in via dell’Annunziata, nel centro di Pesaro, che trova quindi spazio la nuova azienda di famiglia.
A seguito di un terremoto nel 1916, la location dell’impresa diviene inagibile e, dopo aver valutato la possibilità di trasferirsi a Milano, la famiglia sposta l’azienda nella periferia di Pesaro, in via del Lazzaretto, proprio accanto alla Molaroni, prima realtà produttiva di motocicli nella zona. Da quest’ultima azienda, la Benelli acquista, nel 1933, gli spazi per iniziare la propria produzione e vendita.
Nel 1921, alla III Esposizione del Motociclo di Milano, viene presentata quella che ufficialmente è considerata la prima vera motocicletta Benelli: il Velomotore tipo A. Le sue caratteristiche principali sono: cambio a due rapporti, trasmissione a catena con parastrappi, magnete Bosch, carburatore Amal, forcella anteriore elastica, telaio in tubi d’acciaio, serbatoio sotto canna e motore di 98 cm³ a 2 tempi. La risposta dei consumatori è decisamente lusinghiera, tanto che, dopo poco tempo, verrà avviata la produzione del Velomotore tipo B di 125 cc.
Il motore di maggior successo, invece, è stato il 175 cc a 4 tempi con distribuzione a “cascata” d’ingranaggi e albero a camme in testa, che vede la luce nel 1927. Si tratta di una soluzione ardita e sofisticata e il modello divenne ben presto il “marchio di fabbrica” di casa Benelli.
Molti gli accadimenti che caratterizzano la storia del brand italiano: ci sono molte vittorie in pista ma non mancano le tragedie che impongono dei sostanziali impegni di ripristino. È il caso dell’uscita dalla Seconda Guerra Mondiale che, praticamente, impone di ricostruire l’azienda, spazzata via dal conflitto bellico.
Benelli affronta, però, con orgoglio le generazioni che si susseguiranno dalla Grande Guerra fino agli anni ’70, dopo i quali, lasciata la guida da parte dei membri della famiglia che si sono alternati negli anni precedenti, inizia un periodo che la conduce in una fase di declino. Tale declino si interromperà, a causa di significativi problemi finanziari, nel 2005 con la rilevazione dell’azienda cinese Gruppo Qianjiang.
La società, già proprietaria dei marchi Keeway e Generic, punta sui modelli di piccola cilindrata e rivede l’intero parco moto. L’azienda respira quindi aria di rinnovamento e si presenta al 63° Salone di Milano completamente rivisitata dal colosso Cinese. Dobbiamo però attendere il 2012 per vedere apparire sulla scena la prima Benelli interamente progettata dal nuovo proprietario asiatico: la Bn600 R, una quattro cilindri in linea di 600 cc, con 82 cavalli e una linea accattivante.
Benelli TRK 502, con 3.569 nuove immatricolazioni, si conferma la motocicletta più venduta in Italia nel 2020.
Le origini del brand Motobi: dalle auto alle moto
Giuseppe Benelli (1889-1957), primo fondatore e riferimento tecnico dell’omonima casa di Pesaro, in seguito a disaccordi familiari circa l’indirizzo produttivo, nel 1949 decide di abbandonare l’azienda per iniziare un’attività in proprio da costruttore di auto e moto.
A tal fine fonda la FAMOSA (acronimo di Fabbrica Auto Motocicli Officine Strada Adriatica). Nelle speranze di Giuseppe Benelli, la FAMOSA avrebbe dovuto essere la naturale evoluzione della BBC (acronimo di Beretta Benelli Castelbarco), che si proponeva di costruire automobili utilitarie sul prototipo progettato dall’ing. Benelli.
Della vettura BBC furono realizzati tre prototipi: una berlinetta, una “giardiniera” (pick up) e un autotelaio con motore. Il primo, completato e consegnato a Beretta, è una berlina a due porte e quattro posti dalla linea molto elegante. La carrozzeria è stata disegnata da Alberto Rosso, noto carrozziere di Torino, e il motore è un bicilindrico a V di 600 cc, raffreddato ad aria di chiara derivazione motociclistica. I contenuti tecnologici di questa vettura erano per l’epoca all’avanguardia: autotelaio a ruote indipendenti, motore anteriore bicilindrico a V con valvole in testa e punterie idrauliche, trazione anteriore con giunti omocinetici.
La Berlinetta è attualmente conservata al Museo Beretta di Gardone Val Trompia, mentre le altre due realizzazioni erano esposte al Museo Morbidelli di Pesaro (che è stato alienato dalla famiglia nel 2019) e sono attualmente visibili al Museo Officine Benelli di Pesaro insieme a 71 esemplari di motociclette (ex Morbidelli), tutte di proprietà ASI. Dopo il “veto” posto da Vittorio Valletta (Presidente della FIAT), in breve tempo il sogno di costruire un’utilitaria che sfidasse la casa torinese svanì e la FAMOSA venne rinominata Moto B, avviando la produzione motociclistica.
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